identità senza confini
di andrea mattioli
Incontrare Jacopo Mezzadri è stato stimolante fin da subito. Cresciuto a Parma e trasferito a Milano all’interno di un quartiere in cui si respira molta creatività, precisamente in via Tucidide, Jacopo è uno degli stylist emergenti più interessanti in questo momento.
Spontaneo e creativo, non si è mai accontentato di seguire le tendenze. Il suo senso di libertà abbinato al suo enorme carisma facilita l’arrivo a Milano, dove comprende che la sua percezione di una moda molto consapevole, spesso fraintesa, in realtà, è un punto di forza. Un’energia irrefrenabile che lo ha spinto a perseguire un obiettivo chiaro: costruire un’identità libera, fuori dagli schemi e da ogni convenzione sociale ed estetica. Da questa esigenza, Jacopo estremizza un concetto, un capo, un luogo, un immaginario per migliorarlo senza renderlo scontato.
Il proseguimento del suo percorso lo porta a conoscenza del brand Simon Cracker, in cui trova terreno fertile dove sviluppare il proprio immaginario. Di conseguenza inizia la loro collaborazione. Entra così a far parte del collettivo Simon Cracker e, sin da subito, comincia a farsi notare. Attraverso il suo esercizio di styling e la somiglianza tra la sua personalità e il concept già esistente dietro al marchio, Jacopo riesce a valorizzare ulteriormente l’identità del brand, contribuendo a rendere più efficace anche il messaggio che Filippo e Simone, creatori del brand, intendono trasmettere.

All’interno del collettivo, dove non esistono ruoli rigidi e ognuno contribuisce attivamente a ogni fase del processo creativo, Jacopo – pur nascendo come stylist – inizia a collaborare a 360 gradi, mettendo le sue competenze a servizio del progetto in modo trasversale. Questo ci fa capire quanto all’interno del mondo della moda sia fondamentale avere qualcuno che sappia creare un immaginario in linea con i capi, e viceversa. È proprio nel cuore di questa collaborazione che l’upcycling diventa protagonista: Simone e Filippo hanno sempre puntato sulla sostenibilità e sull’estetica del “rinnovare”, un concetto che Jacopo ha abbracciato con passione, ottenendo risultati che sfidano le rigide etichette di genere.

La figura di Jacopo sottolinea l’importanza dell’estetica del “clochard”: un modo di esprimersi, che tende da sempre a non differenziare ciò che è bello da ciò che è brutto, cercando di sdoganare quelli che sono gli attuali criteri di bellezza. Oltre a far capire quanto realmente sia fondamentale il ruolo dello stylist; parlarne ci ha fatto riflettere moltissimo su quanto viene fraintesa questa figura, che spesso viene sottovalutata andando a sminuirne, erroneamente, l’importanza dei retroscena.




Grazie alla sua visione aperta, che non ha paura di confrontarsi con l’imperfezione, emerge tanto la capacità di rendere il “brutto” un punto di forza. Il lavoro di Jacopo dà vita a un viaggio che ci invita finalmente ad acquisire consapevolezza nei propri mezzi, e ad essere finalmente chi vogliamo essere.
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