Francesco, Giacomo e Simone stanno rivoluzionando la scena artistica e del design a Roma, creando eventi unici dove la cultura incontra il sociale e l’arte si fa esperienziale

intervista a cura di federica lo cascio

Abbiamo avuto il piacere di parlare con i ragazzi di Evv Connect, tre giovani che vivono e respirano quotidianamente il mondo dell’arte e del design. Francesco, ex studente di liceo artistico, ha studiato Architettura e Comunicazione; Simone si è laureato allo IED in interior design e successivamente si è specializzato in design italiano; mentre Giacomo si muove nell’universo del fashion design. Tre percorsi che si intrecciano nel loro progetto comune.

Il 15 marzo, a Roma, si è svolta la prima edizione di EVV.ART, un evento che ha offerto a giovani artisti e designer l’opportunità di esporre le loro opere, creare connessioni e sviluppare collaborazioni. Un evento autentico e privo di fronzoli, concepito per essere accessibile e amichevole, lontano dai tradizionali ambienti museali dove la figura del critico d’arte spesso rende difficile l’accesso ai mondi dell’arte e della moda. Roma, città di arte per eccellenza, vede l’arte nascere per strada, nelle case dei giovani, prima di approdare nelle gallerie e nei musei. EVV si propone di promuovere questa nuova visione, offrendo a talenti, soprattutto italiani, una piattaforma per emergere e farsi conoscere.

Come nasce il progetto? Ci siamo posti una domanda: come fanno gli artisti, emergenti e non, a posizionarsi nel mercato se nessuno gli offre opportunità di esposizione o un piano per far conoscere il loro lavoro? Dopo una piccola ricerca, abbiamo notato che oggi, per un artista come un pittore o un designer, l’unico modo per proporre le sue opere – al di là dei social media – è esporre in gallerie. Ma queste gallerie spesso comportano costi o richiedono una percentuale sulle vendite, senza garanzie sui risultati finali, lasciando gli artisti a lavorare “a scatola chiusa”.

Qual è il vostro obiettivo? Evv nasce con l’obiettivo di offrire una gestione rappresentativa per artisti e designer, facilitando il loro posizionamento nel mercato dell’arte e del design. Due settori simili, ma con differenze: mentre il fashion designer tende a collaborare con brand già affermati, il pittore ha spesso l’esigenza di vendere direttamente le proprie opere. Vogliamo rappresentare talenti emergenti non solo dal punto di vista del posizionamento, ma anche della comunicazione, poiché molti artisti non sanno come promuoversi sui social. La nostra missione è aiutarli a esprimere la loro visione, facilitando le collaborazioni, gli eventi e le esposizioni.

L’evento. Evv è nato proprio come un contenitore per ospitare i primi artisti, che non fanno ancora parte del nostro management, ma che hanno sposato la nostra visione. È stato come far parte di un collettivo capace di raccontare l’arte e il design in modo diverso. L’evento si è svolto in un club di Roma, un luogo frequentato dai giovani che vivono la notte, dove l’aspetto sociale si intreccia con quello culturale. Abbiamo voluto “decontestualizzare” il locale, creando un’atmosfera in cui la selezione musicale e la possibilità di sorseggiare un drink contribuivano a rendere l’esperienza più dinamica e meno formale di una mostra tradizionale. L’idea era quella di passare una serata piacevole, conoscendo anche gli artisti.

Come è nato il progetto e come è stato lanciato? Il progetto è nato intorno a settembre 2024, ma già a novembre abbiamo capito che il modo migliore per lanciare Evv come management fosse attraverso un evento. Abbiamo sviluppato tutto in pochissimo tempo, concentrandoci prima sulla comunicazione dell’evento e solo successivamente sul nostro lavoro di management. Vogliamo essere chiari e non commerciali; il nostro approccio è etico, e non vogliamo sfruttare nessuno. Al contrario, ci impegniamo a combattere le stesse battaglie che affrontiamo in prima persona. Il nostro motto è “For the people by the artist”: poiché è un progetto per le persone, creato dagli artisti.

Ci saranno altri eventi firmati EVV CONNECT? Sì, stiamo già progettando nuovi eventi, mantenendo lo stesso format ma con un approccio più verticale. Abbiamo capito che ci sono aspetti da migliorare, e stiamo pensando a momenti di “live action” dove il pubblico possa assistere alla creazione di un’opera, sia essa una scultura o un abito. Vogliamo mostrare anche cosa c’è dietro il risultato finale e permettere ai giovani studenti di vedere come nasce un processo creativo e come si porta a termine. Puntiamo a creare un’esperienza più coinvolgente, con momenti diversi che suddividono la serata e stimolano continuamente il pubblico. L’obiettivo è sorprendere le persone, creando anche opportunità di networking, dove ciascuno possa incontrare qualcuno con cui collaborare o da cui trarre ispirazione. Inoltre, stiamo avviando collaborazioni per quanto riguarda il management.

In effetti, il bello di essere artisti è sempre stato quello di stare insieme, giusto? Esattamente. Le correnti artistiche non accademiche, e non solo, sono sempre nate così, spesso in contesti non ufficiali come studi fotografici o altri spazi alternativi. Ed è proprio questa dimensione informale che ha contribuito al successo di tanti artisti e momenti culturali, che ancora oggi ricordiamo. Quindi, perché non fare lo stesso oggi? Sarebbe un errore non creare uno spazio dove le persone possano incontrarsi, scambiare idee e sviluppare ciò che hanno in mente.


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