Un viaggio attraverso la Milano Fashion Week alla scoperta di talenti innovativi e sostenibili che stanno cambiando le regole del gioco nella moda

di federica lo cascio

Siamo stati invitati da alcune delle realtà più interessanti del momento alle loro presentazioni durante la Fashion Week. La settimana è stata un turbine di eventi, seguito da un burnout che non ha nemmeno avuto il tempo di farsi sentire, che già era iniziata la Paris Fashion Week, con giornate piene di novità calde e preoccupanti per il mondo della moda. Abbiamo provato un po’ di paura alla notizia di Donatella Versace e, ancor di più, quando abbiamo saputo di Demna Gvasalia che lascia Gucci. E sapete perché? Ci stiamo chiedendo cosa faccia veramente scalpore oggi in questo settore. Perché non fa notizia, ad esempio, che una giornalista del calibro di Suzy Menkes fosse presente in un luogo di arte e moda come la Fondazione Sozzani (nella nuova sede di via Bovisasca) durante la presentazione di FLORANIA, uno dei brand che supportiamo fin dal giorno zero e in cui crediamo fermamente? C’è un piccolo movimento che sta cercando di dare spazio ai piccoli brand e alle menti creative come quelle di Flora, Lorenzo e Leonardo, e noi vogliamo farne parte, per dare loro la visibilità che meritano. Dopotutto, se lo fa Suzy Menkes, chi siamo noi per non farlo?

LESSICO FAMILIARE

Per un giorno, la Fondazione Sozzani si trasforma in un affascinante archivio tridimensionale, dove il brand Lessico Familiare, insieme all’artista Tiziano Demuro e allo scrittore Jonathan Bazzi, dà vita a una collezione che mescola moda, oggetti e storie. Il tutto avviene in un’atmosfera che sembra un laboratorio creativo, con tavoli colmi degli strumenti tipici del mestiere del sarto, tesori scovati in mercatini e soffitte, e ricordi di infanzia che evocano immagini di orsetti, spazzole fluttuanti e bolle di sapone.

La collezione, dal nome Abecedario, non segue un filo logico tradizionale, ma si sviluppa in una serie di immagini sfumate e piene di significato, dove si alternano indumenti e oggetti che raccontano un mondo intimo e personale. Tra i pezzi, fiori, piume e stampe astratte ispirate agli armadi del Bloomsbury Group si mescolano a gonne, polo e gorgiere a pois in omaggio alla Pimpa, una camicia azzurra con fazzoletti appuntati e un maglioncino nero sottilissimo con una coccarda.

Citando la commedia Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg, i fondatori di Lessico Familiare descrivono il brand come un progetto di abbigliamento domestico nato nel 2020, un’idea che si nutre di noia e allegria. L’obiettivo del brand è quello di trasformare il proprio “lessico” in pezzi unici e sostenibili, facendo upcycling di corredi e racconti, tra nostalgia e ricordi. LS non è solo un progetto che promuove la sostenibilità, ma un invito a costruire un legame più profondo con gli oggetti, gli abiti e i ricordi che portano con sé, trasmettendo così un messaggio di consapevolezza e rispetto per il valore del passato.

DENNJ

Appena entriamo nella prima sala di Palazzo Giureconsulti, sede della Camera Nazionale della Moda, dimentichiamo subito di essere in un ambiente così austero e carico di formalità, lusso e sfarzo modaiolo. Ci troviamo invece in un vero e proprio ATELIER, un luogo che sembra una bottega sartoriale, e proprio da questo concetto prende il nome la collezione di Dennj Malagutti.

Con Dennj, riscopriamo finalmente la sartoria, un’arte antichissima che è diventata simbolo di eleganza grazie all’avvento dell’Haute Couture e alla figura del sarto Charles Frederick Worth, che creava collezioni su misura per la borghesia parigina, rivoluzionando l’industria della moda.

La figura del sarto ha un’importanza fondamentale nella società, e per i designer emergenti è essenziale ridare valore a questo dialogo tra il designer e il cliente. Il brand di Dennj vuole proprio proporre una riflessione semplice, ma al tempo stesso controcorrente: per essere veramente sostenibile, la moda non può seguire il ritmo frenetico delle collezioni stagionali.

Parlando con Dennj, è evidente quanto lui creda in questa visione. Secondo il designer, la vera innovazione risiede nella creazione di meno capi, ma migliori, progettati per adattarsi perfettamente a chi li indossa, celebrando la diversità dei corpi anziché pensare esclusivamente alla passerella. Un messaggio che invita a riflettere sull’importanza di una moda più consapevole e autentica.


Lunga vita ai capi fatti bene e ai designer che ancora parlano ai clienti e con i clienti!

FLORANIA

Abbiamo già avuto modo di parlare di Flora Rabitti ma non ci stancheremo mai. La designer ha dimostrato ancora una volta la sua straordinaria creatività, unita a una grande attenzione per la sostenibilità e l’impegno sociale. Durante l’ultima fashion week, la sua presentazione ospitata dalla Fondazione Sozzani è stata un viaggio nel surreale, mescolando mitologia, alchimia e mistero. Due ambienti diversi hanno raccontato questa storia: nella prima sala, una performance con modelli in abiti FLORANIA che si muovevano su una scacchiera, simboleggiando il concetto della Tavola di Smeraldo “As above, so below”, che esplora l’interconnessione tra l’universo e l’animo umano.

“È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo della cosa unica. E poiché tutte le cose sono e provengono da una sola, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento. Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l’ha portata nel suo grembo, la Terra è la sua nutrice. Il padre di tutto, il fine di tutto il mondo è qui.”
Tavola di Smeraldo (VIII-IX secolo)

Nel secondo spazio, il cortometraggio “Everything Above, So Below” ha amplificato questo viaggio surreale, realizzato da Filippo Savoia e girato nel suggestivo Teatro all’Antica di Sabbioneta. La narrazione visiva si è immersa nel tema del dialogo tra dimensione interiore e percezione esterna.

La collezione di Flora celebra un’estetica fluida e trasformativa, ispirata alla magia e al rinnovamento alchemico. Grazie a manipolazioni tessili come lavaggi, ricami e maglieria decostruita, ogni capo diventa un’opera in continuo sviluppo. Inoltre, l’uso di tessuti eco-sostenibili, come viscose fluide, cotoni biologici e nylon riciclato, conferma l’impegno verso la sostenibilità, con la collaborazione della Kyocera Corporation e la tecnologia FOREARTH che riduce il consumo di acqua.

“As above, so below” è un manifesto di cura e immaginazione, un invito a esplorare l’invisibile e ad espandere i confini della creatività, mescolando l’arte, la natura e il desiderio di cambiamento. È un messaggio che ci invita a riflettere sull’importanza di un approccio più consapevole e trasformativo nella moda, dove ogni pezzo racconta una storia e ha un impatto positivo sul nostro mondo.

LEONARDO VALENTINI

Altro brand dall’immaginario potente è LEONARDO VALENTINI. Durante la Lineapelle Designers Edition, il designer ha presentato la sua nuova collezione, CRUDELIO FABIOLA, frutto di un processo personale di elaborazione del lutto, dove la sofferenza si trasforma in arte.

Leonardo, da sempre legato al mondo musicale, ci spiega il suo approccio creativo con queste parole: “Proprio come gli album degli artisti, ogni collezione che presento è una conseguenza, una necessità, e non potrebbe esistere senza quella precedente, perché si nutre di un’identità che si evolve ogni anno, proprio come fosse un figlio”. Questo spirito di continua evoluzione è palpabile nella sua visione


La sfilata è stata arricchita da una performance dal vivo, con il cantante Sethu e il chitarrista Jiz che hanno emozionato il pubblico. Il momento culminante è stato l’ingresso di Leonardo, che con un rasoio elettrico ha rasato una striscia dei suoi capelli, un gesto simbolico di omaggio alla persona che ha perso. Questo atto, straziante e potente, ha toccato profondamente tutti presenti, ricordandoci che la moda è anche un mezzo per parlare di sogni, passioni, dolori e vite, e non solo di abiti.

La collezione si muove tra la favola degli eccessi e la crudeltà della vita, unendo pellami pregiati, intarsi, borchie e pellicce a macchie e sporcature. Una stampa inedita, che rappresenta l’infangarsi dell’anima, aggiunge un livello profondo di significato a un lavoro che è, prima di tutto, un atto di trasformazione e riflessione.

Questa collezione ci ricorda che la moda può essere un linguaggio potente, capace di raccontare storie complesse e trasformare la sofferenza in bellezza, creando un legame tra arte e vita che va ben oltre l’estetica.

Il giorno è arrivato

spezza il cuore tanto da impedire

il passaggio dello stesso dolore.

Il lasciare l’esistenza terrena

ha lo scopo di far restare una traccia.

[…]

Nel mio lavoro e nella mia vita

ci sarà sempre una parte di te,

Tu lo sai e sai il perché.

LORENZO SEGHEZZI

Abbiamo già parlato di oggetti cari, di ricordi e legami che ci uniscono agli abiti, della sartorialità e dell’amore per le cose fatte bene; per questo motivo, non possiamo non citare Lorenzo Seghezzi.

Lorenzo ha fatto il suo debutto durante la Milano Fashion Week, presentando a Fondazione Sozzani non solo gli abiti che ha creato, ma anche gli oggetti che arredano la sua casa e che hanno segnato la sua vita. Alcuni di questi pezzi provengono dalla sua famiglia, come i bottoni della nonna o un antico ferro da stiro: oggetti che ci riportano al passato, ma che convivono con la contemporaneità dei suoi capi, che pur essendo innovativi, portano con sé influenze e contaminazioni.

Come ci racconta lo stesso designer, la sua collezione Epitelio è un dialogo tra la sua famiglia biologica e quella adottiva, la comunità queer. Le sue creazioni esplorano la percezione di sé e le difficoltà vissute dalle persone transgender e queer, come nel caso dell’uso dei corsetti, che a volte esaltano la figura e altre volte la costringono, rivelando le pressioni del conformismo estetico e di genere.


Ma il messaggio che Lorenzo vuole trasmettere è positivo e pieno di speranza: gli abiti non tracciano solo figure distorte, ma simboleggiano corpi che sono in un processo di scoperta e ricerca della propria forma. È un invito a riflettere sulla bellezza della trasformazione e sulla forza della diversità. Un messaggio che ci ricorda che la moda non è solo estetica, ma un mezzo per esprimere e celebrare chi siamo veramente.


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