parliamo con i ragazzi di maison fallen
intervista a cura di alessandra calvani
Nascere in provincia e sognare in grande: è questa la filosofia di Maison Fallen, un collettivo di ragazzi di Fasano, una cittadina pugliese, che sta rivoluzionando il concetto di moda indipendente. Tra estetica raw, ispirazioni underground e una narrazione autentica, il brand si fa spazio nel panorama emergente con una visione ben precisa: abbattere le regole per riscriverne di nuove. In questa intervista per ALL in mag, entriamo nel mondo di Maison Fallen, tra creatività, autodeterminazione e il coraggio di portare la propria identità oltre i confini della Puglia.
PHOTO letizia montanari
STYLING elisa erario
MAKE UP // HAIR barbara passeretti
AGENCY wonderwall management
FASHION maison fallen


Da dove nasce l’idea di creare un brand streetwear? Qual è il messaggio che volete trasmettere? L’idea nasce dal desiderio di esprimerci. Guardandoci intorno, non ci sentivamo rappresentati o abbastanza stimolati, così abbiamo deciso di recuperare dei pantaloni Levi’s da un piccolo mercatino del nostro paese e lavorarci sopra. Quando abbiamo aperto il nostro account social, lo abbiamo chiamato “Trust Your Denim” e da lì tutto ha iniziato a prendere forma. Inizialmente è stato come un gioco, ma a poco a poco, pezzo dopo pezzo, abbiamo capito che potevamo davvero offrire qualcosa al pubblico e coinvolgerlo nella nostra visione. Questo è ciò che vogliamo trasmettere.
Quanto conta l’artigianalità nel vostro processo creativo, e com’è cambiata nel tempo? Ripensando al nostro percorso creativo, direi che è cambiato tutto. All’inizio, quando abbiamo cominciato a produrre le nostre idee, non avevamo esperienza e nessuno di noi era formato. Ci siamo affidati a una produzione più industriale e, con qualche difficoltà, abbiamo capito cosa ci piacesse e cosa no. Oggi, invece, siamo molto più attenti, la sensibilità verso il processo è cresciuta con noi. Non dimenticheremo mai la mail di Francesco D’Alto, un ragazzo di Molfetta che, colpito dal nostro progetto e dalla nostra visione, ci ha raccontato di essere un prototipista e di occuparsi di creazione di cartamodelli. Da quel momento, ci ha avvicinato al mondo della produzione e ci ha spinti a prestare maggiore attenzione a ogni dettaglio.

Parliamo sempre di più di sostenibilità, il vostro brand come si sta orientando in questo ambito: state sperimentando con materiali sostenibili o tecnologie innovative? E come affrontate il tema degli sprechi durante la produzione? Lavorando con un’azienda locale per la produzione dei nostri capi, la nostra sensibilità è diventata più profonda e, a livello comunicativo, siamo più sinceri e sicuri di ciò che vogliamo. Puntiamo su un packaging sostenibile, tessuti di qualità e, se ci sono scarti, li utilizziamo come dettagli aggiuntivi sui capi. Inoltre, sull’etichetta dei nostri jeans c’è un messaggio: “Folle vita a te e alle tue prossime generazioni”, per esprimere il nostro desiderio di crescita e di durata nel tempo. La sperimentazione è fondamentale per noi: abbiamo tante idee e tessuti ancora da provare.
Secondo voi, al giorno d’oggi è più giusto basarsi sul mercato locale o su una strategia globale? Come vi posizionate rispetto ai colossi come Off-White o LV? Se c’è sentimento e lo si comunica in modo chiaro, il consumatore e la community arrivano da soli. Mentre parlavi, la parola “amore” mi è venuta in mente subito. Noi amiamo questo brand e questo processo, che per noi è totalizzante, è una continua montagna russa. Ci auguriamo di espanderci, passando da un mercato locale a uno globale, ma non per essere “riconosciuti”, quanto per allargare la nostra famiglia e condividere la nostra vision. Certo, tutti sognano di arrivare ai grandi nomi, ma ciò che ci importa è la nostra integrità, la nostra famiglia e i nostri clienti. Niente può eguagliare questo, nemmeno la fama. Lo facciamo per amore e per divertimento, alla fine.

Che ruolo hanno per voi i social media oggi? E voi che rapporto avete con la vostra community? I social oggi sono il mezzo di comunicazione più veloce, e ci verrebbe da dire anche il più chiaro e autentico. Siamo figli di questa generazione, quindi li viviamo come un divertimento e ci piace interagire con i nostri consumatori. Vogliamo far divertire le persone e lasciamo sempre qualche spoiler del prossimo progetto per giocare con la curiosità del nostro pubblico.
Avete in programma eventi o pop-up per far conoscere meglio il brand? Dopo il successo dell’evento “1969 FOLLEMENTE” che abbiamo organizzato il primo novembre 2024, sicuramente c’è la voglia di farne altri e di divertirsi ancor di più! Però non vogliamo dirvi troppo, quindi vi diremo solamente: stay tuned.
Dove vedete il vostro brand tra cinque anni? Pensate di collaborare con altri brand o artisti? Se sì, con chi? Questa domanda è tanto facile quanto complessa, perché c’è un filo sottile tra la realtà e l’ideale. Sicuramente, ci auguriamo che il nostro team cresca e vogliamo investire sempre più nella nostra formazione per migliorare il processo creativo. Ci immaginiamo più organizzati e ispirati! Per quanto riguarda le collaborazioni, preferiamo non dire nulla per ora, ma sicuramente vogliamo avvicinarci a un panorama più artistico, soprattutto locale.
E soprattutto qual è il vostro sogno più grande? Vogliamo fare cose che ancora non abbiamo nemmeno immaginato! Il sogno attuale, che si distacca un po’ dal brand in sé, è un augurio per la nostra generazione: innovarsi sempre di più e stimolare continuamente la curiosità.

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