di valentina maugeri
Nello scorso mese siamo stati accolti dall’Accademia di Belle Arti di Catania per un incontro speciale. Un evento che ci ha offerto l’opportunità di esplorare il mondo della moda attraverso la voce di una delle studiose italiane più autorevoli nel panorama artistico e del fashion system: Maria Luisa Frisa. L’incontro, curato dalla prof.ssa Laura Barreca, ha visto la partecipazione del prof. Vittorio Ugo Vicari, della prof.ssa Sabina Albano e della prof.ssa Laura Mercurio, ed è stato organizzato in occasione della presentazione della nuova pubblicazione I racconti della moda, edito da Einaudi.
La protagonista di questo dibattito, che ha iniziato il suo percorso con una formazione ibrida tra arte e musica nella Firenze degli anni ’80, è arrivata nel mondo della moda collaborando con stilisti come Giorgio Armani, che nel 1987 la scelse per il suo progetto Emporio Armani Magazine. Nel corso della sua lunga carriera, ha fondato il corso di laurea in Design della Moda e Arti Multimediali presso l’Università Iuav di Venezia, dove dirige la rivista Dune: Scritture su moda, progetto e cultura visuale, edita da Flash Art.
Il libro I racconti della moda è una raccolta di “appunti, divagazioni e scarabocchi”, come viene definito da Frisa, la quale ne spiega anche l’obiettivo, ovvero rappresentare il complesso, a volte implicito o indiretto, rapporto che ciascun individuo intrattiene con la moda. Si tratta di un legame che può essere ora individuale, ora collettivo, ora di rivendicazione, ora di conformismo.
La moda definisce i nostri corpi, ma allo stesso tempo noi, in quanto corpi, cambiamo e trasformiamo la moda. Vi è un doppio movimento
Maria Luisa Frisa
Durante il suo intervento, Frisa ha sottolineato che ognuno di noi influisce sulla moda, poiché il potere che attribuiamo agli abiti che scegliamo di indossare e l’immagine che gli altri si fanno di noi sono cruciali nell’evoluzione della società. Abbiamo riflettuto a lungo sul fatto che la percezione che gli altri hanno di noi esercita un enorme potere sulla nostra vita, soprattutto nell’era dei social. Proprio per questo, le nostre scelte di acquisto non dovrebbero essere trascurate; dovremmo smettere di accumulare vestiti su vestiti con l’obiettivo di possedere sempre qualcosa di nuovo, e riscoprire il loro scopo primario: coprirci e proteggerci, privilegiando prodotti di qualità e durevoli.
Una domanda che ci ha colpito in particolar modo è stata posta dal prof. Vicari, che chiese: “Qual è il rapporto tra il corpo e il tessuto prima di essere vestito?” La questione ci ha condotto alla riflessione che la pelle è uno degli elementi del nostro corpo più sensibili, che registra subito tutto ciò che il capo riesce a donare: materia, forma e sensazioni. La materialità di un abito è quindi molto forte anche sul nostro desiderio.
Il tema della copia non è esatto: la moda guarda a se stessa e si rinnova
Maria Luisa Frisa
Così Maria Luisa Frisa ha dichiarato ciò che le interessa nella sua ricerca. Quell’evoluzione della moda che non è mai una copia fine a se stessa, ma un nuovo modo di fare ricerca e progettare attraverso il recupero degli archivi, come fanno oggi molti nuovi direttori creativi, un tempo definiti stilisti, nel rapportarsi con le case di moda che curano. La moda di oggi non è prevedibile, anche se per alcuni è “di tendenza” affermare il contrario.
Adesso è il momento di dedicarci alla lettura della sua opera per comprendere meglio i temi affrontati durante questo evento e la moda dal punto di vista di un’intellettuale visionaria dalla quale possiamo apprendere tanto. È stato un onore per noi poter conoscere in prima persona una figura così importante del panorama italiano della moda come Maria Luisa Frisa.
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