di marina comerio

Fino ad aprile 2025, la Tate Modern di Londra presenta, tra le altre, una mostra personale di Anthony McCall assolutamente da non perdere, il cui titolo, Solid Light, non poteva essere più evocativo. Si tratta infatti di installazioni di “luce solida” dell’artista britannico Anthony McCall (nato nel 1946), residente negli Stati Uniti, pioniere del cinema sperimentale e dell’arte dell’installazione.

Anthony McCall. PHOTO blaise adilon

Quattro opere immersive riempiono la sala principale. McCall ha realizzato la sua prima opera di “luce solida”, Line Describing a Cone, a New York nel 1973, utilizzando semplici tecniche di animazione. Ha esposto per la prima volta l’opera nei loft e nei luoghi d’arte del cinema d’avanguardia di New York e Londra. La proiezione tagliava la polvere e il fumo di sigaretta che riempivano quegli spazi, consentendone la visione in tre dimensioni. McCall è tornato alla serie nel 2003, grazie all’invenzione dei proiettori digitali e della macchina per la foschia, che produce una sottile nebbia non tossica, permettendo agli spettatori di vedere i fasci di luce negli spazi moderni senza fumo.

Le opere più recenti dell’artista espandono il formato di “luce solida”, aggiungendo un movimento impercettibile alla luce proiettata nel buio totale della sala. Doubling Back (2003) “si ripiega su se stessa”; i fasci in evoluzione di Face to Face (2013) vengono proiettati in due direzioni contemporaneamente, mentre Split Second Mirror I (2018) utilizza la rifrazione della luce per evocare forme inquietanti che i visitatori possono esplorare.

Sono i movimenti stessi degli spettatori e le loro interazioni con la luce proiettata a dar vita alle opere d’arte. Esse nascono come sculture virtuali sospese nello spazio nero, nelle quali ci si può immergere fisicamente, creando nuove forme e riscoprendo se stessi da nuove prospettive. L’interazione con ciascuna delle quattro opere di luce solida offre un incontro immersivo assolutamente indimenticabile.


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