5 obiettivi sostenibili per il 2025: Trend, Riuso e un tocco di Ironia
di federica lo cascio
L’anno nuovo è sempre l’occasione perfetta per fare il punto su come migliorare il nostro impatto sul pianeta. Ma quest’anno, invece di impegnarci in buoni propositi generici, vogliamo concentrarci su come rendere la nostra moda più sostenibile, senza sacrificare l’ironia e lo stile che ci contraddistinguono? In questo 2025, abbandoniamo il mondo del fast fashion e abbracciamo l’arte del recupero, della riparazione e della creatività. Ecco allora cinque propositi che non solo sono sostenibili, ma anche pieni di ironia e stile underground.
Riparare e trasformare: la moda che dura e si evolve
Dana Thomas, nel suo celebre libro Deluxe, ci racconta come l’industria della moda sia stata plasmata dalle leggi del consumismo, dove l’idea di “buttare e ricomprare” ha dominato per decenni. Ma l’arte del riparare, che oggi sta tornando prepotentemente in auge, è una forma di resistenza. Riparare non è solo un atto pratico, è una dichiarazione di stile. Impariamo a rinnovare i nostri capi: cambia un bottone, rimodella un vecchio giubbotto o aggiungi un patch ironico, come suggerisce la pratica della customizzazione. Sostenibilità non significa rinunciare alla moda, ma reinterpretarla con consapevolezza e creatività.

2. Second hand e riuso creativo: da Vinted alla pasta Barilla
Come sottolineato da Matteo Ward in Fuorimoda, la moda sostenibile non è solo una questione di ridurre l’impatto ambientale, ma anche di cambiare la nostra percezione del consumo. Vinted, mercatini dell’usato e piattaforme di scambio diventano il campo di gioco per chi è alla ricerca di uno stile personale, ma soprattutto unico. Invece di comprare nuovi abiti prodotti in serie, esplora il mondo dell’usato. E se hai bisogno di spedire qualcosa? Anziché comprare scatole nuove, usa quelle delle confezioni di pasta, magari aggiungendo un tocco ironico con adesivi di design. Barilla ha creato una campagna pubblicitaria proprio sul “secondhand box” servendosi della ormai nota figura di Marie Kondo, maga del riuso. Potremmo dire che il reparto marketing del brand di pasta ha leggermente approfittato di questo trend ma l’importante per noi è parlare di riciclo poiché rimane non solo una scelta ecologica, ma anche un atto di creatività che ci permette di ridare vita a ciò che sarebbe stato destinato alla discarica.
Sfida al fast fashion durante la settimana più dura dell’anno: quella dei saldi
Questo non è un buon proposito, piuttosto una gara: fatela tra amici, in famiglia o con il proprio partner. Create un gruppo WhatsApp contro il fast fashion e ogni volta che qualcuno compra un item di Zara, H&M, Bershka, ecc. manderà l’emoticon di un vestito. A fine mese, contate chi ha comprato di più e quella persona dovrà pagare con un pegno: scegliete voi cosa. Chi invece avrà acquistato di meno, riceverà un regalo: magari una borsa realizzata utilizzando scarti di altri tessuti! Pertanto, nel 2025, invece di seguire la corsa incessante alla novità, perché non dare nuova vita ai vecchi capi? Sperimenta con outfit upcycled, crea diversi styling utilizzando pezzi che hai già nell’armadio e combinandoli con un pizzico di ironia. Un vestito che sembrava ormai superato può trasformarsi in un pezzo unico, rievocando lo spirito underground degli anni passati, ma con un occhio vigile sul futuro.
Less is more, diceva qualcuno
“Consumare meno, ma meglio” è il mantra che emerge da Fuorimoda, dove si enfatizza la necessità di fare scelte più consapevoli, acquistando capi che siano sostenibili e, al tempo stesso, versatili. Invece di cedere alle tendenze transitorie, investi in pezzi senza tempo, che possano essere combinati tra loro in modo creativo. Ad esempio, una camicia in cotone biologico o un cappotto in lana riciclata sono capi che non solo rispecchiano l’etica sostenibile, ma sono anche abbastanza versatili da durare nel tempo. Un guardaroba ben pensato è il risultato di una visione strategica e creativa dove l’eleganza può nascere dal rispetto per l’ambiente.



Un grande ritorno
Se pensi che la moda sostenibile debba essere noiosa o priva di carattere, preparati a cambiare idea. Il 2025 può essere l’anno del ritorno in grande stile dei pezzi vintage, reinterpretati con un twist ironico e moderno. Immagina un abito anni ‘70, che viene reinventato con un tocco underground, o una borsa retrò trasformata in un accessorio decisamente contemporaneo. La moda che guarda al passato è sempre stata fonte di ispirazione, ma ora può diventare anche un manifesto di sostenibilità. Partecipa a swap party, scambia capi con amici, crea qualcosa di nuovo partendo da un materiale che racconta una storia: quella di un futuro migliore, ma non privo di stile.

Nel 2025, la moda può finalmente allinearsi con i nostri valori di sostenibilità e creatività, non vogliamo più parlare di moda etica o sostenibile ma di un linguaggio comune a tutti, senza distinzioni. Come scrive Dana Thomas, la moda non deve essere un gioco esclusivo dei grandi marchi, ma un’espressione di chi sceglie con coscienza. In Fuorimoda, Matteo Ward ci invita a rompere gli schemi e a pensare a un futuro dove la bellezza è una combinazione di etica e stile. Riparare, riusare, trasformare: questi sono gli atti di ribellione contro il fast fashion. Con un pizzico di ironia, nostalgia e creatività underground, possiamo costruire un guardaroba che non solo resiste al tempo, ma che abbraccia un futuro migliore. Come afferma Orsola De Castro in Love Clothes Last: “Il cambiamento non è una scelta, è una necessità. E il nostro vestire, oggi più che mai, può essere la chiave di volta per una rivoluzione silenziosa.”

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SWAP PARTY – Milano 15 gennaio



