Un legame indissolubile tra haute couture e cinema d’autore

di federica lo cascio

Emma Stone in POOR THINGS. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 Searchlight Pictures All Rights Reserved.

Abbiamo aspettato, pazientemente e silenziosamente, come quei bambini della quarta elementare che attendono il cenno della maestra per scappare in cortile durante la ricreazione. Ma è arrivato il momento di alzarsi e andare a giocare. Dopo la tanto attesa sfilata Artisanal di John Galliano per Maison Margiela, tutti gli addetti del settore, i fashion addicted e anche i critici più avidi hanno urlato con gioia. Ed è stato un grido di speranza come un arcobaleno dopo la tempesta. Il medesimo sentimento che abbiamo provato appena usciti dal cinema e aver visto quel capolavoro che è Poor Things di Lanthimos. Non sappiamo che correlazione ci sia stata, ma averli vissuti in un lasso di tempo molto corto ci ha subito fatto riflettere. Dal momento in cui il film finisce, la sensazione è la stessa percepita durante tutto lo show di Margiela. Non si può non notare il filo conduttore che c’è tra le creature di Galliano e Bella Baxter, la quale con il suo animo fanciullino, privo di pregiudizi e senza alcun’inibizione ci ha fatto meravigliare ma allo stesso tempo riflettere.

Come delle marionette, i modelli della maison camminano – o forse dovremmo dire aleggiano – in un’atmosfera quasi Burtoniana, in un’altra dimensione in cui non sono nessuno; eppure, hanno un forte potere espressivo. In egual modo Emma Stone rappresenta una donna, una creatura alla Frankenstein di Mary Shelley, che con la mente di un bambino inizialmente appare senza carattere, priva di giudizi e preconcetti. Anch’essa è una marionetta che viene rinchiusa tra quattro mura così come le bambole di Galliano protette dai loro corsetti. Tutti loro, nessuno escluso, hanno in comune un’estrema voglia di evadere, di cercare nuovi mondi ed esplorarli.

Dunque troviamo che il mondo della moda e quello del cinema siano sempre più legati. Non pensiamo che sia totalmente un caso il fatto di voler evadere dalla monotonia andando al cinema o aspettando con ansia una sfilata che non abbia nulla a che vedere con le ultime viste e riviste alla Paris Fashion Week. Questo bisogno di abbracciare sempre nuove visioni e nuovi immaginari è alla base della cinematografia tanto quanto della moda. Dovremmo ricordarci che non esistono solo le vendite delle collezioni o gli incassi al botteghino. Vi sono anche persone che credono in qualcosa, in qualcuno, in un brand o in una visione. Scegliere di andare al cinema oggi è quasi un atto di ribellione. Vestire Margiela lo è sempre stato, tranne se state pensando alle Tabi (oggetto ormai diventato mainstream). Tutto sembra uguale, tutti i direttori creativi sembrano andare nella stessa direzione, bensì alcuni, i più arguti, vanno nella direzione giusta: quella opposta, la stessa che percorre Bella di Poor Things per esplorare il mondo scoprendo “sia le sue dolcezze che la sua violenza”.

E voi avete trovato questo nesso? Noi pensiamo che il mondo abbia bisogno di più John Galliano e Yorgos Lanthimos.

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