Intervista a cura di Federica Lo Cascio
Come rivista di moda e sostenibilità, tendiamo sempre a parlare di qualcuno o qualcosa che ci provochi un pensiero positivo a riguardo. Quando abbiamo incontrato Benedetta per la prima volta, non abbiamo non potuto notare la sua purezza, il suo legame con la terra, il suo amore per la musica. Era un pomeriggio d’inverno, dovevamo scattare un editoriale di moda e lei canticchiava di qua e di là. Papiro è anche questo: una voce che ti rimane in testa per ore ed ore.

Partiamo dal nome, “Papiro” com’è nato? Come dico sempre volevo fare l’esperienza di scegliere un nome da sola per me stessa. Viaggiando nelle profondità di ciò che sono, ciò che mi piace, ciò che sento, sono andata a finire al Sud, dalla Sicilia fino all’Africa. Feci dei viaggi quando ero piccola, con mia madre e mio fratello, a cui sono rimasta estremamente legata. Il Papiro (in particolare quello egiziano, che si trova anche sul fiume Ciane in Sicilia) lo trovo bellissimo. Ha uno stretto legame con l’acqua ed è stato utilizzato come uno dei primi mezzi per la scrittura. Io ho cominciato a fare canzoni così: scrivendo. La musica per me è un mezzo di espressione. E poi mi hanno sempre presa in giro perché mandavo (sempre) dei messaggi lunghissimi, mi dicevano che scrivevo “papiri“. Perciò ho fuso questa mia propensione per la scrittura con la mia essenza più pura, quella di vivere la mia vita cantando, e sono diventata Papiro.
Raccontaci del tuo ultimo brano “WONDER WOMAN”, e perché proprio questo titolo? Wonder Woman perché nella mia definizione di donna, o almeno nella definizione che do oggi, c’è una dualità: essere donna è sia una bellezza infinita che un lavoro. Siamo un mondo meraviglioso, siamo complesse nel senso positivo, siamo fatte a strati, e c’è sempre qualcosa da scoprire. Siamo uniche. Ma essere donna è anche un oscillare tra il difendersi e lottare. Siamo molto forti, siamo tutte wonder woman per ciò che mi riguarda. Quello che consiglio con questa canzone è semplicemente di non sprecare la nostra forza e i nostri poteri con persone che giocano a fare le vittime e che pensiamo di dover salvare. Per questo motivo, ho scritto: “colma d’amore lei è ma non ti verrà a salvare”.
Può essere inteso quindi come un inno al femminismo? Sì, potrebbe essere interpretato come un inno femminista, ma ciò che sostengo è semplicemente la parità di genere. Siamo molto diversi e pari allo stesso tempo. Non uguali ma pari. Nello specifico all’interno della mia canzone, sottolineo l’indole da crocerossina che abbiamo in media più di quanto ce l’abbiano gli uomini. Questa tendenza a fare da “mammina” non ci fa stare bene e soprattutto non è necessaria con persone che non meritano le nostre cure. L’immagine di me sull’uomo (all’interno del video) non sta a significare che le donne siano superiori agli uomini, ma che in certe situazione bisogna essere più forti di chi ha approfittato della nostra bontà. Ed è solo una piccola provocazione visiva, poiché ahimè spesso siamo portate a questo per essere ascoltate.

Nel video vediamo un serpente, potremmo definirlo un simbolo di mutamento? Quando giro i videoclip, cerco sempre di avere un contatto con la terra. Ciò traduce il fatto che la natura gioca un ruolo fondamentale anche mentre faccio musica. A dire la verità per “Wonder Woman” cercavo un cammello, perché quando stavamo facendo l’arrangiamento insieme a Matteo Caretto (produttore musicale), sono riuscita a fargli capire il ritmo e l’andamento che volevo solo parlandogli della metafora di sentirmi al galoppo di un cammello. Ma poi abbiamo trovato Kate, pitone birmano stupendo e ce ne siamo innamorati subito. E sì, chiaramente l’abbiamo inserito come simbolo di cambiamento, molto più coerente col messaggio che stavo portando rispetto al cammello.
Se dovessi descrivere il tuo ultimo singolo con tre aggettivi, quali useresti? Sicuramente diverso, femminile e rivoluzionario. Non poco tempo fa è uscito un feat col cantautore siciliano Brando Madonia, canzone leggera e spensierata, dai riferimenti anni ’80 che ha anticipato il nuovo lavoro del cantautore. Invece, Papiro dopo Inimaginable e Wonder woman, farà un terzo singolo? E soprattutto ci sarà un EP? Sì! Possiamo dirlo a gran voce: il 16 ottobre uscirà il mio nuovo pezzo dal titolo “Schiaffi”. Lo stesso giorno, per festeggiare l’uscita, faremo una festa nella mia Sicilia con un concertino dal vivo e del buon vino. Siete tutti invitati da Open, presso Via Porta di Ferro 38, Catania. E sì ci sarà un EP, non vedo l’ora di condividere tutti gli altri pezzi con voi.
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Bio
Nata a Catania il 03 Aprile 1993, cresce tra il palco e le quinte del Teatro Club Nando Greco, dove scopre il suo amore per l’arte. Nel 2003 si iscrive alla scuola media statale G. Nosengo per frequentare la classe a indirizzo musicale, scegliendo come strumento il pianoforte e prendendo parte al coro vista la sua predisposizione al canto. Negli anni successivi partecipa a diversi concorsi musicali e a molteplici progetti teatrali e cinematografici. Nel 2009 si trasferisce a Parigi dove resterà per nove anni, in cui consegue una laurea alla Sorbonne Nouvelle Paris3 in Teatro con percorso Cinema, e un Master in Teatro specializzandosi in studi di retorica verbale e dell’immagine. Nel 2017 frequenta L’Accademia del Doppiaggio tornando in Italia, tra Milano e Roma. Nel 2021 dà inizio al suo progetto più importante come cantautrice sotto il nome di “Papiro” pubblicando le sue prime canzoni.
CREDITS:
Artista: Papiro
Testo e musica: Papiro
Produzione artistica: Matteo Caretto
Video e montaggio: Ivano Barcellona
Etichetta: Pulp Entertainment
Codice ISRC: ITFHF2300204

