intervista ad Andrea Gangi

Mi reputo fortunato perché vivo di ciò che mi piace fare. Non sono un artista: faccio collanine e vestiti.

Ph. Valerio Allibrio, Andrea Gangi in arte Ibridi, intervista ad ALLin magazine, all-in-mag.com , a cura di Federica Lo Cascio
foto di valerio allibrio

COS’è IBRIDI. Ibridi nasce nel 2006 e da allora si è evoluto. Quando è nato era un miscuglio di cose, da questo il nome. Mi piaceva l’idea della mescolanza e inclusione fatta di design. Ho iniziato creando gioielli in plexiglass. L’idea di fare sartoria è venuta un po’ per caso quando un giorno trovai la macchina da cucire a casa dei miei genitori e decisi di frequentare dei corsi di cucito.

ANDARE PER RITORNARE. Inizialmente avevo studiato fotografia allo IED di Milano. Lì ho lavorato per dieci anni tra sfilate e studi fotografici. Dopo Milano, ho deciso di tornare a Catania perché da un lato volevo cambiare aria e dall’altro volevo darmi una seconda chance. Quello che faccio è il risultato di persone che ho incontrato, città che ho visto e viaggi che ho fatto nella vita. Quando ho aperto il negozio a Catania, mi sono ispirato molto a dei posti che avevo visto a Milano. Ho aperto in tre mesi e non avevo nessuna esperienza in questo ambito tanto da rendermi conto solo all’inaugurazione di non avere un’insegna!  

FARE MENO E FARE MEGLIO. Se prima producevo trenta modelli di orecchini, oggi preferisco averne quindici continuativi. Ora lavoro molto per stagione e non più per collezione. Anche per quanto riguarda l’abbigliamento, preferisco fare una selezione di tessuti che mi ispirano, i quali messi insieme hanno un senso come collezione ma non seguo dei modelli standard.

FANTASIE VINTAGE. Per l’abbigliamento ho iniziato a lavorare con materiali di recupero di ottima qualità, con bellissime stampe che non si trovano più in giro. Il 100% cotone di queste stoffe non esiste più in produzione. Per me è inutile l’idea di produrre altra stoffa, ce n’è già tantissima nei magazzini! Non abbiamo la necessità di produrre altri scarti.

GIOIELLI A KM0. Per la bigiotteria in plexiglass c’è dietro una progettazione e una collaborazione con aziende catanesi che tagliano i pezzi a laser e poi assemblo tutto io minuziosamente. La mia produzione è interamente locale ma l’aspetto sartoriale è quello più sostenibile per forza di cose. Usando il plexiglass, il bijou purtroppo non lo è al 100%. Ciò che faccio ogni tanto è recuperare lastre di scarto del plexiglass, facendo nascere piccoli prodotti; tuttavia, non ho una produzione così ampia da creare un rifiuto vasto. Non sarebbe giusto fare del greenwashing proprio da parte mia!

UN FUTURO IN SICILIA. Ho un piccolo sogno nel cassetto: realizzare una fashion week del mediterraneo, molto distante dall’idea di fashion week che esiste ora con le passerelle piene di “strafighe”. Non mi interessa portare l’immagine della Sicilia fatta di carretti siciliani, cannoli, limoni, pizzi e Madonne. Mi piacerebbe più creare un evento in un periodo prestabilito, cercando di mettere insieme tante realtà che in questi quindici anni ho conosciuto sparse nel nostro territorio, presentandole con un calendario di sfilate o presentazioni. Credo in un futuro in Sicilia perché ho conosciuto tante persone che lavorano bene qui.

https://www.instagram.com/ibridishop/


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