La natura si è sempre donata a noi in diversi modi, ma l’uomo cosa ha fatto per ricambiare? Emma Migliore ne fa una collezione che sembrerebbe più uno slogan da lanciare al mondo durante tutti i Friday For the future dell’anno, poiché non basta scendere in piazza per amare la terra. Dobbiamo viverla. Curarla. Camminarci in punta di piedi. Ecco a voi “il buon vivere con la terra“.

Fashion Graduate Italie 2022 (Photo by Daniele Venturelli )

“Sentire che tu sei un piccolo pezzo in questo universo, una goccia in un intero oceano che però conta, fa la differenza”.

Queste parole sono della giovane designer Emma Migliore, laureata in fashion design presso l’Accademia Euromediterranea Harim, la quale ha sfilato con la sua collezione a Milano per il Fashion Graduate e partecipato all’evento The Closet di TFP Talents. Oggi lavora nel mondo del fashion system grazie ad uno stage all’interno dell’ufficio stile del brand Nuna Lie.

Emma si racconta a noi.

La collezione si chiama “il buon vivere con la terra”. Mi sono ispirata al rapporto uomo-natura, ovvero l’amore che la natura dà a noi e ciò che l’uomo dovrebbe nei confronti di essa. Questo mi ha portato quindi a scegliere materiali e procedure ecosostenibili.

Entriamo nel suo mondo. L’immaginario che ho pensato è di questa ragazza che vive in campagna, in un ambiente incontaminato, senza smog, senza pressioni sociali. Si trova in questa vecchia casa della nonna dove scova un baule pieno di vestiti un po’ demodé, pieni di vita, di terra e di valori.

I colori sono quelli della natura: il verde della terra, i toni dell’azzurro del cielo, i rosa dei fiori e tutta quella palette che si ricollega alla trama degli alberi. Per realizzarli ho fatto delle tinture naturali facendo diverse prove e miscele. Ad esempio, acqua e vino per creare un rosa chiaro; il thè per colorare le rouge della camicetta e il colletto; mentre l’azzurro l’ho ottenuto tramite tinture naturali comprate poiché era davvero difficile trovare materie prime a casa per tingere il blu.

Per quanto riguarda i tessuti, ho scelto fibre naturali, quali canapa, cotone, ortica e Seacell (fibra ricavata dalle alghe) con cui ho creato il trench verde e fatto realizzare la stampa. Dopo una attenta ricerca di aziende che utilizzassero tinture ad acqua e rispettassero le normative ecologiche OEKO TEX europee non inquinanti, ho trovato l’azienda Friul Print, la quale mi ha permesso di stampare in modo sostenibile su un tessuto misto cotone e ortica. Si tratta dello slogan che ho disegnato nel motivo floreale che dice “Respect your mother“, motto delle proteste per l’ambiente.

  1. Madeinmedi, Catania, Ph. Valerio Nico
  2. Fashion Graduate, Milano, Ph. Daniele Venturelli
  3. Fashion Graduate, Milano, Ph. Daniele Venturelli
  4. Fashion Graduate, Milano, Backstage

Perché proprio la moda? Già da piccola ero un’appassionata, poi grazie a mia madre, ho riflettuto se intraprendere questa strada all’università. Ecco, infatti, che già al primo anno in Accademia ero entusiasta di ciò che facevo, nonostante le difficoltà del periodo iniziale o il non sentirmi portata in confronto ad altri. Pian piano ho capito che era la scelta perfetta perché era l’ambiente giusto, quella creatività che ti circonda, quel esprimere ciò che provi tramite contenuti di valore che puoi mandare a tutti. Secondo me questa è la parte più bella e interessante poiché puoi trasmettere qualcosa attraverso abiti, dietro cui c’è un concetto e un lavoro di ricerca. Un semplice moodboard può essere definito arte poiché non conta solo il gusto o la tendenza del momento, ma è l’insieme di una bella estetica, messaggi da portare al mondo e suggestioni del designer a dare valore ad un abito.

Possiamo parlare di moda sostenibile? Sicuramente. Secondo me si può riuscire a fare moda in maniera etica. Da un lato si va sempre di più verso il vintage e second hand ma dall’altro, come ho visto nel mio piccolo, è possibile creare qualcosa di veramente sostenibile scegliendo tessuti già esistenti di poliestere riciclato e riciclabile o fibre naturali che inoltre hanno effetti benefici sulla pelle, come i tessuti all’aloe vera.

Quanto artigianato dietro una capsule. Le tinture naturali, le fibre di canapa, cotone, ortica, seta e Seacell, la stampa floreale con altrettanti colori naturali di cui il pattern è stato disegnato da Emma. Parliamo davvero di handmade, artigianato locale e made in Italy? Decisamente sì.

Emma Migliore design, Fashion Graduate, Milano, Backstage

Lascia un commento